Dai primi ritratti di genere pittorico a metà ‘800 per approdare
alle sperimentazioni surrealiste e alle prime copertine di Vogue.
Paolo Ranzani ci racconta cosa è un ritratto, cosa è la moda. Quando un linguaggio si biforca e si unisce per poter raccontare due storie, tre storie, a volte lontane a volte vicine. Chi è il protagonista delle immagini? Chi indossa?
Quello che ha indosso? Oppure il nome di chi ha fatto indossare, e cioè lo stilista? Oppure
ancora... il fotografo e il suo stile? Chi paga chi? A chi si comunica? Ci vuole un equilibrio ma anche una chiara identità su cui focalizzare il gesto della fotografia, i pesi vanno ben disposti, altrimenti tutto vale tutto e tutto vale
niente. Una ragazza vestita in foto non è Moda. Una ragazza con un abito firmato non è Moda. Ma se una stylist mette un maglione su una roccia e un fotografo al soldo di un magazine produce immagini che soddisfino il mood pensato dal direttore di redazione e di conseguenza anche
l’azienda che ha pagato lo spazio sulla rivista, quella è una fotografia di Moda. Così come una
persona fotografata non è un ritratto. Fotografare persone non è fare ritratti. Ma se un fotografo
chiamato a ritrarre Vasco Rossi decide di fotografalo dietro un fondale di carta dove si vedono solo
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gli stivali, quello è un ritratto. La cosa sembra complicata. E infatti lo è. Ma è affascinante e approfondendo la si può capire.