Not all men, but always men
Mentre tra le donne si è diffusa la poesia “Se domani non torno” di Cristina Torres Cáceres, la frase che riecheggia tra molti uomini è: “non siamo tutti assassini”. E meno male!
L’espressione “Not all men” è spesso utilizzata come difesa per separare gli uomini che si considerano non violenti da quelli che commettono atti spregevoli. Non è necessario che si arrivi all’omicidio per ritenere sbagliata un’azione. Il catcalling, il controllo, la possessività e la discriminazione di genere sono già dei fondamenti di questo terribile problema.
Sappiamo, e ringraziamo, che non tutti gli uomini sono assassini, ma se ciascuno di noi nel proprio piccolo facesse del proprio meglio per>smantellare alla radice questa gravissima questione, vivremmo tutti in modo più sereno. Rispettare le vittime di violenza di genere significa andare oltre la difesa personale e lavorare verso una società che non tollera la violenza. Questo richiede uno sforzo collettivo e un impegno a cambiare le norme culturali dannose.
Da quando sono andata a vivere lontano da casa per studiare e sono arrivata in una nuova città più grande del mio paesino di origine, la paura di rimanere da sola in giro con il buio è sicuramente aumentata. La grandezza e la non conoscenza di un posto ingrandisce a dismisura la paura.
Inizialmente evitavo di tornare oltre il tramontare del sole. Poi ho conosciuto i ragazzi, adesso miei amici, con cui vivo in Camplus. È stato come un raggio di luce! Vivendo in Camplus c’è sempre qualcuno con cui fare dei pezzi di strada e nessuno viene mai lasciato da solo.
Certo, sarebbe meglio che nessuna di noi avesse paura di tornare a casa da sola, ma Camplus aiuta anche in questo. Oltre ad essere luogo di fantastiche amicizie e una seconda casa, è luogo formativo sotto tutti i punti di vista. Con i vari incontri e/o webinar sensibilizza e informa su aspetti importanti della vita quotidiana.
Su questo argomento si è tenuto un webinar con lo psicologo e psicoterapeuta Maurizio Stupiggia, che ha parlato della violenza di coppia e di come chiedere aiuto. Ha sottolineato l’importanza di imparare a separarsi, azione che necessita infinito amore, inteso come rispetto reciproco. La separazione non viene spiegata da nessuna parte, né a scuola e non è nemmeno citata nelle fiabe con cui tutti noi siamo cresciuti. Nessuno ci insegna a separarci e ad accettare il rifiuto. Questo dovrebbe essere un importante passo che la società dovrebbe iniziare a compiere. Dovremmo essere rieducati all’educazione e al consenso.
Concludo con una frase del dottor Stupiggia che mi ha fatto riflettere tanto, e spero faccia altrettanto con voi, e che mi è piaciuta molto:
“Una persona può appartenerci solo nel senso simbolico del termine: può appartenere alla mia vita, ma non posso possederla”.
