Sono sempre stata innamorata di Roma.
Penso sia stata la prima città diversa da quella in cui sono nata ad aver visitato e subito mi ha conquistata, tanto che, sebbene avessi solo 6 anni e tanti sogni indefiniti, decisi allora che, un giorno, sarebbe stata la mia casa.
Mi conquistarono i monumenti illuminati, l’idea che storia e contemporaneità fossero sempre a contatto, il Tevere, le strade piene di turisti, la vista dal Gianicolo, gli stornelli, la carbonara.
Quando mi sono trasferita qui, però, questa città mi ha risucchiato. I ritmi frenetici, i mezzi che ti abbandonano quando meno te lo aspetti causa sciopero, il senso di insoddisfazione e inconcludenza dovuto al fatto che, per le enormi distanze, si riescono a portare a termine solo un terzo delle cose che erano state programmate per la giornata… mi ha destabilizzato soprattutto il fatto che i giorni, quelli di vita vera, si svolgono molto lontano da quei luoghi di cui mi ero innamorata da bambina. Mi sono sentita sopraffatta, spaesata, non più completamente padrona del mio tempo.
Una domenica mattina, nonostante fossi nel bel mezzo della sessione invernale, però, decisi di uscire.
Mi ritrovai in centro, nei pressi dei Fori Imperiali… c’era un caldo insolito e già si poteva sentire il profumo di primavera nell’aria. Un ragazzo di colore bravissimo cantava “Redemption Song” e catturava l’attenzione di tutti i passanti, che si fermavano a guardarlo e ad ascoltarlo ammaliati. C’era un non so che di surreale e onirico in quella situazione… era come se fossimo stati tutti catapultati in una realtà parallela, uniti dalle note di Bob Marley, dal sole che picchiava sulla pelle e da una leggera e piacevolissima brezza.
In quel momento ho capito che Roma è pura magia. E’ unica perché è caos e calma allo stesso tempo.
E’ passato, presente e futuro. Ti sconvolge, ti coccola. Ti rapisce, ti rende più presente a te stesso. E’ il luogo dalle mille occasioni e possibilità per eccellenza.
Roma è la città in cui, se riesci a diventarne parte integrante, tutto può accadere… Roma è Roma, e, ora, è davvero la mia casa.
Valentina, Studentessa Camplus Roma, #HumansofCamplus
Ph. Marialuce Venturi