Catania per studenti
tra storia, cultura e scoperte
Catania è una città che sorprende, che accoglie e che conquista. All’inizio non la si potrebbe comprendere appieno, ma basta trascorrerci qualche giorno per ricredersi. Siamo sulla costa orientale della Sicilia, ai piedi dell’Etna, con un paesaggio che incarna
una bellezza unica, fatta di contrasti e di storie millenarie. Ma oltre alla sua splendida posizione geografica, Catania è un luogo dove ogni angolo racconta qualcosa di unico, dove ogni strada, ogni piazza, ogni monumento ha una sua storia da condividere.
E qui, nel centro della città, si trova Camplus Catania: un luogo che, più che un semplice alloggio, è il punto di partenza di un’esperienza che va ben oltre la vita universitaria.
Dall’Incertezza alla Scoperta: un cammino di crescita
Arrivare a Catania per me è stato un po’ come entrare in un mondo nuovo. Ci ero già stato da piccolo, come turista, ma non l’avevo mai vissuta, considerando anche il fatto che ci sono più di 4 ore di distanza dal mio paese natale. Per un ragazzo che proviene da una piccola realtà in provincia di Agrigento, l’impatto con la città è stato forte. Nuove persone, nuovi spazi, una realtà cittadina che, pur avendo la sua identità ben radicata e calamitante, mi sembrava inizialmente un po’ distante. Ma è proprio in questo momento di incertezza che comincia la scoperta.
Il primo passo per adattarmi è stato proprio il Camplus, che è diventato un rifugio, ma anche un trampolino di lancio. Non è solo un luogo dove studiare, è stato il luogo in cui ho piantato i semi per le prime amicizie, conosciuto coloro che sarebbero state le mie future colleghe. Il Cortile degli Aranci, ad esempio, è diventato per me una piccolo spazio di pace: il luogo perfetto per staccare e conversare dopopranzo, per chiacchierare con gli amici o anche solo per riflettere, in un ambiente tranquillo ma sempre vivace. Oltre alla struttura, è proprio l’atmosfera che rende Camplus speciale, come un microcosmo che ti permette di conoscere persone e creare legami, di confrontarti e crescere, ma soprattutto di sentirti parte di una comunità che ti sostiene e ti spinge a fare sempre di più.
![fotografia interni aziendale](https://media.camplus.it/images/2024/10/00700_Z6F0955--scaled.jpg)
Catania, con la sua vita pulsante, è stata la chiave che mi ha fatto sentire a casa.
Oltre al mio collegio e alla mia routine, è stata la città stessa con la sua energia a farmi adattare. Ad esempio, la passeggiata tra le vie del centro storico o la Fiera, il tradizionale mercato giornaliero, ha reso più umano il volto di una città che ancora conoscevo fin troppo poco. Camminare tra le bancarelle del mercato di piazza Carlo Alberto e incontrare i catanesi che vendono dal cibo agli utensili per la cucina, dai libri usati al vestiario, mi ha fatto capire che questa realtà mi era più prossima e familiare di quanto immaginassi.
Il Monastero dei Benedettini, il più grande monastero d’Europa nonché attuale sede del Dipartimento di Scienze Umanistiche, è stata un’altra stupenda realtà che ho imparato a conoscere e vivere, da solo e con i colleghi. Studiare negli spazi comuni, passeggiare tra i corridoi secolari o consumare un banale caffè alle macchinette erano delle azioni, e lo sono tutt’oggi, che hanno contribuito a creare una routine solida e sicura, diventata oggi la mia confort zone.
Monastero dei Benedettini, sede del Dipartimento di Scienze Umanistiche
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Storia e cultura a ogni angolo
Oltre alla vivacità della sua gente, Catania è una città ricca di storia e cultura. Ogni angolo racconta qualcosa: il Teatro Greco-Romano, in Via Vittorio Emanuele, 266, ad esempio, è uno dei monumenti più particolari del centro storico. È un pezzo di storia che ti fa sentire come se stessi camminando in un’altra epoca, come se la città ti stesse parlando attraverso le pietre: ha la particolarità di essere stato “inglobato” dal tessuto cittadino (è incastonato tra le case del quartiere), e si tratta di un teatro acquatico, poiché la cavea, ovvero lo spazio dove si esibivano gli attori, veniva riempita e svuotata d’acqua tramite canali. Questo permetteva ai Romani di mettere in scena le naumachie, spettacolari battaglie navali.
Un altro luogo che mi ha colpito per la sua completezza è stato il polo museale delle Ciminiere, in Viale Africa. Questo complesso museale, allestito in un’area fieristica che un tempo era una zona industriale, racconta la storia del lavoro e della cultura locale, un aspetto spesso trascurato ma che offre una nuova prospettiva per comprendere meglio Catania. Il polo comprende: il Museo del cinema, simile al fratello torinese ma in dimensioni molto più modeste, che ripercorre i grandi classici del cinema in sale immersive, con musiche e oggetti di scena; il Museo dello sbarco, che racconta attraverso pannelli illustrativi, simulatori, allestimenti di scene di guerra o figure in cera, quello che è stato lo sbarco degli americani e degli Alleati in Sicilia, alla fine della Seconda Guerra Mondiale; infine c’è il Museo degli antichi strumenti di scrittura, una mostra che, in ordine cronologico di creazione e comparsa nella storia, ripercorre la storia della scrittura e dei suoi strumenti, con alcune perle da non perdere (ad esempio le penne personalizzate appartenute a scrittori e politici famosi).
Se ci si vuole immergere ancora di più nella tradizione siciliana, non si può perdere la visita al Museo Civico al Castello Ursino, un edificio medievale di opera federiciana, situato in Piazza Federico di Svevia, che ospita un percorso museale con opere d’arte, statue e reperti archeologici, che aiutano a conoscere e approfondire la storia della città e dei suoi artisti.
Il gusto della tradizione e dell’innovazione
Uno degli aspetti più belli di vivere a Catania è la possibilità di scoprire la sua tradizione culinaria, ricca di buon cibo, non sempre proprio da dieta (ma come si dice qui: ammuccamu! [mangiamoci tutto!]). Se hai fame, Catania offre una varietà di opzioni che fanno venire davvero l’acquolina in bocca. Dalle pizzerie sia tradizionali che gourmet, agli hamburger giganti con pistacchio e, se piace, carne di cavallo, ci sono sempre nuove scoperte culinarie da fare. E non dimentichiamoci la mia arancineria preferita: Canusciuti! E ovviamente anche i dolci tipici come le granite o la cassata sono un must-try.
CT-roviamo là: weekend di divertimento
Se sei uno studente, e in particolare uno studente Camplus, trascorrerai gran parte del tuo tempo tra lo studio e la socializzazione, sia negli spazi del collegio che nelle aule studio dell’università. Ma non dimenticare di scoprire la città e concederti momenti di svago, perché Catania sa regalare tanto, soprattutto per chi ama divertirsi, fare nuove esperienze e conoscere nuovi luoghi.
Quando arriva il weekend (o il tempo libero, quando ce n’è), le possibilità di svago sono infinite. Dai cinema come l’Ariston ai numerosi teatri, puoi scegliere tra spettacoli contemporanei e alternativi al Centro culturale Zo o optare per il classico Teatro Vincenzo Bellini, perfetto per gli amanti dell’opera, del balletto e delle rappresentazioni più tradizionali.
Per una serata fuori, i bar e i locali vicini al Teatro Bellini o la zona del Castello Ursino sono dei punti di riferimento essenziali, e storici, per la vita e le uscite di ogni universitaria e universitario che si rispetti, ma anche quelli di Via Gemellaro e di Via Santa Filomena, zone riqualificate da qualche anno e oggi fulcro della movida giovanile catanese, non sono da meno.
Un’Esperienza da Vivere
Insomma, vivere a Catania e abitare al Camplus è molto più di una semplice esperienza universitaria. È un viaggio continuo alla scoperta della comunità che ci circonda e di questa vibrante città.
Sei qui per la prima volta o semplicemente di passaggio? Immergiti in questa avventura e lasciati sorprendere: ogni giorno Catania ha qualcosa di nuovo da offrire, e sono certo che anche questo angolo speciale della Sicilia diventerà un posto che porterai nel cuore.
Se sei pronto per un’esperienza che unisce studio, cultura, cucina e vita sociale, Catania è la scelta perfetta. E Camplus Catania è il punto di partenza ideale per viverla appieno.
Articolo a cura di Ivan Di Marco, studente del Camplus Catania