Camplus Speech
“Relazione”, “scambio di idee” e “scoperta” sono le espressioni che vengono solitamente utilizzate per sintetizzare l’esperienza di Camplus. È proprio con questi termini bene in mente e con l’obbiettivo di partecipare alla creazione di una realtà di condivisione che alcuni studenti del Camplus di Lambrate (tra i quali, Rosanna Di Leo, studentessa di ingegneria) hanno proposto una nuova attività: una serata dedicata alle passioni degli studenti di Camplus; un’occasione, per chiunque lo desideri, di esporre agli altri un argomento a cui tiene particolarmente.
UN’ESPOSIZIONE CHIARA E COINVOLGENTE
Oltre che una meravigliosa opportunità per scoprire nuovi temi e conoscere meglio i propri compagni di viaggio in Camplus, questo progetto offre anche la possibilità di mettere alla prova le proprie capacità espositive con una narrazione scientifica ad un pubblico eterogeneo.
Infatti, sono state stabilite poche semplici regole:
- La presentazione non può durare più di 12 minuti,
- Si possono sfruttare gli esperimenti dal vivo e l’interazione con il pubblico,
- Nel caso di una presa di posizione esplicita, i relatori devono motivare le tesi supportandole con citazioni dettagliate e fonti coerenti.
CONTAMINAZIONE DI IDEE
Come sperato, i temi trattati riguardavano diversi ambiti (Fisica, Design e Comunicazione) e diversi argomenti.
- Io, studentessa di Comunicazione e Società, ho presentato per prima uno speech dal titolo “Un conflitto non è una guerra”. L’obbiettivo della mia esposizione è dimostrare la potenza creativa del dialogo con gli altri fornendo i primi strumenti per la gestione negoziale dei conflitti, che possono essere fonte di grande valore.
Per prima cosa, sfruttando l’interazione con il pubblico, ho evidenziato i bias cognitivi che determinano l’escalation di un conflitto. Come, ad esempio:
- la focalizzazione selettiva dell’attenzione (che ci fa concentrare solo sugli elementi immediatamente visibili) e
- l’euristica cognitiva del falso consenso (che ci fa illudere di conoscere esattamente i desideri dell’altro).
In secondo luogo, ho analizzato le strategie comunicative della gestione negoziale dei conflitti, soffermandomi su quelle:
- contenitive (che hanno l’obbiettivo di contenere gli effetti delle trappole cognitive) e
- generative (per generare un accordo che massimizzi gli interessi di entrambe le parti).
Mi è sempre piaciuto parlare ad un pubblico, condividendo idee o passioni: non potevo non partecipare a questa attività! Ho presentato questi concetti perché trovo che siano fondamentali per la soluzione dei problemi nel lavoro di gruppo (in ogni disciplina) e nelle relazioni interpersonali (in ogni contesto). Ritengo, infatti, che solo imparando a guardare i conflitti dalla giusta prospettiva, si può evitare di fare di tutto una guerra.
- Il secondo oratore è stato Edoardo Sozzo, al primo anno di magistrale in Quantum Materials and Nanophysics. Con “Fisica o poesia?” ha creato un parallelismo tra due mondi a prima vista molto distanti, sottolineando una visione romantica della fisica e mostrando come tutto sia apparentemente riconducibile ad un unico ente primario, a quattro particelle.
Ha parlato anche di onde, profili d’onda, pacchetti d’onda e interferenze. Disegnando due grafici con due onde diverse, ha illustrato, di fatto, a cosa si fa riferimento quando si dice che due persone “sono sulla stessa lunghezza d’onda”.
Nello specifico, quando abbiamo due onde queste si sovrappongono e generano una interferenza che può essere costruttiva o distruttiva.
Nel primo caso, i picchi alti (le creste dell’onda) sommandosi genereranno un picco ancora più alto mentre i picchi bassi (i ventri dell’onda) formeranno un picco ancora più basso. Infatti, quando ci sentiamo bene con qualcuno, diciamo di essere “al top”, quasi come se le nostre onde, sommandosi, ci portassero ancora più in alto. Mentre, quando perdiamo quel qualcuno, siamo “in down”.
Nel secondo caso, la cresta di un’onda è in corrispondenza del ventre dell’altra e quindi sommandosi le due onde si azzerano. Un po’ come quando abbiamo una giornata storta e chiediamo a chi ci sta intorno di lasciarci un po’ di spazio, perché temiamo che la nostra tristezza possa azzerare la loro gioia.
“Mi dispiace molto che la fisica venga spesso ridotta alla materia difficile del liceo, per cui bisogna studiare ore. La fisica è molto di più, è un prezioso strumento di interpretazione di ciò che ci circonda. La fisica è bellezza, è aiuto.
Volevo provare a fare innamorare qualcuno di questo concetto di fisica e ho visto che le persone sembravano interessate e ammirate dai concetti che ho presentato, sono davvero contento”.
- La terza presentazione, “Divergent Thoughts”, è stata di Lorenzo Zordan, studente di Design del Prodotto Industriale. Lorenzo ha parlato di creatività, dimostrando, con diversi esperimenti, che esistono dei dati quantificabili per analizzare il processo creativo e persino per valutare il livello di creatività di una singola persona. Spiegando quali sono i meccanismi che interagiscono tra loro quando ci sforziamo di essere originali, ha illustrato degli strumenti utili per allenare il cervello alla fantasia: come la Morphological Box, uno schema in cui fissare per iscritto le idee, tenendo traccia di ogni spunto emerso, creando una matrice con problemi e soluzioni, così da rendere più semplice la rielaborazione dei pensieri, favorendo la soluzione più creativa.
“Ho scelto questo tema perché è centrale nei miei studi e nei miei interessi. Mi piaceva l’idea di spiegare che la creatività, spesso percepita come qualcosa di molto vago e indefinito, in realtà è data da processi chiari e specifici”.
- L’ultimo è stato Francesco Polcri, anche lui ingegnere fisico specializzando in Quantum Materials and Nanophysics, con una esposizione dal titolo “Entanglement: quando le informazioni viaggiano più veloci della luce”. Con l’aiuto del pubblico, ha svolto due brevi esperimenti sulla natura dell’entanglement quantistico per spiegare come sia possibile legare due oggetti in modo imprescindibile e come questo permetta (o almeno così sembrerebbe) di far viaggiare le informazioni più velocemente della luce.
In particolare, ha mostrato due palline: una rossa e una blu. Successivamente, senza farsi vedere, ha chiuso le due palline in due scatole diverse. Poi, aprendo la prima scatola, ha dimostrato come vedendo il colore di una pallina sia istantaneamente possibile conoscere il colore dell’altra, senza dover aprire la seconda scatola. Ovviamente, infatti, se una pallina è rossa, l’altra sarà blu.
In un caso come questo, il sistema è entangled. In fisica quantistica (diversa dalla fisica classica), appena una pallina è rossa, l’altra è blu. I due sistemi (pallina-scatola) sono legati: uno determina l’altro. Cioè, fino a che non si apre una scatola, in entrambe c’è una pallina che è potenzialmente sia blu che rossa. Aprendone una e scoprendo un colore, questa sta determinando il colore dell’altra. Possiamo immaginarlo come se una pallina mandasse un messaggio all’altra del tipo: “Hey, hanno aperto la scatola. Io sono rossa, tu devi essere blu”.
Un messaggio che viaggia istantaneamente. E in questo modo, un messaggio che causa un “collasso della funzione d’onda” cioè che viaggia addirittura più veloce della luce! Perché nell’esatto momento in cui scopro una pallina rossa l’altra, non importa quanto lontana, anche se fosse dall’altra parte del mondo, diventa blu. Questo è un paradosso che va contro la relatività di Einstein e che trova spiegazione solo nella filosofia della fisica.
“Ho parlato di questo argomento per quattro motivi:
- È estremamente attuale, grazie alle ultime notizie in campo di tecnologia e fisica.
- Essendo così popolare, è un argomento del quale si parla molto e spesso questo genera confusione (o addirittura una narrazione errata). Mi piaceva provare a fare un po’ di chiarezza, mostrando quanto in realtà sia semplice e chiaro, se presentato con il giusto ragionamento logico. Come la maggior parte degli argomenti in fisica quantistica.
- Era una sfida con me stesso. Per spiegare in modo semplice un argomento complesso sono richieste una conoscenza approfondita dell’argomento e una grande capacità espositiva, volevo mettermi alla prova su entrambi gli ambiti. A posteriori mi ritengo soddisfatto del lavoro svolto, sono molto felice.
- La fisica teorica (quantistica e relativistica) mi appassiona molto da anni e sapevo che questo sarebbe stato di grande aiuto nel catturare l’attenzione del pubblico. La passione è contagiosa, si trasmette”.
DA RIFARE
Un’attività che ha stupito tutti e che verrà portata avanti nel tempo!
È stato emozionante vedere quanto le passioni possano unire e sorprendere, mostrando anche i nostri lati un po’ più nascosti.
Articolo a cura di Sabrina Stortini, Camplus Lambrate – Milano