Studiare all’estero: 4 regole d’oro per accogliere coinquilini internazionali e superare la nostalgia
«La persona che parte per un viaggio, non è la stessa persona che torna»: lasciare la propria casa per partire lontano non è mai una scelta facile. Si tratta, infatti, di una sfida fatta spesso di sacrifici e a volte nostalgia dei piccoli momenti di quotidianità, ma senza dubbio è possibile abbattere ogni distanza: basterà ricreare insieme ai propri compagni un clima sereno e accogliente, che poco alla volta diventerà una vera e propria seconda famiglia.
3 valori, 1 scopo: come sentire meno la nostalgia di casa?
Sono ben oltre 45000 gli studenti che ogni anno decidono di intraprendere un’esperienza abroad, una prova che in molti definirebbero un vero e proprio salto nel vuoto. La lontananza spesso potrà giocare brutti scherzi, qualche giorno la mancanza della famiglia si farà sentire un po’ di più ma nessun problema: ecco delle semplici linee guida per dare il giusto peso a dei valori indispensabili per sentirsi sempre come a casa. Dunque, quali sono? Scopriamoli insieme!
1) Inclusione
Incontri di accoglienza distribuiti durante l’anno, specifici corsi per approfondire nuove lingue ed eventi di public speaking tra studenti di nazionalità diversa, il tutto condito con un po’ di sano divertimento attraverso feste imperdibili e attività formative di ogni tipo: in un programma interculturale di eccellenza non possono mancare assolutamente questo tipo di iniziative. E ancora, qualche viaggetto di due o tre giorni e tour guidati della propria città universitaria non fanno mai male, a maggior ragione se a proporsi sono i tuoi compagni ormai veterani, pronti a svelarti tutte le tips fondamentali per apprezzare al più presto il nuovo ambiente.
2) Condivisione
Come una sorta di spontaneo do ut des, non sono in questa avventura solo i coinquilini internazionali a ricavarne benefici dal contatto con altre culture ma anche gli studenti italiani che grazie a tali rapporti sono in grado di approcciarsi in maniera più diretta e interessante a realtà in precedenza inesplorate. La vita collettiva con i propri coetanei, infatti, aiuta sempre nell’acquisire maggiore maturità e consapevolezza personale. Ecco i vantaggi della convivenza: svelare il modo più semplice e leggero di scoprire variegati mondi; instaurare rapidamente nuovi rapporti e ampliare facilmente le proprie conoscenze.
3) Ascolto
Non è facile uscire sin da subito dalla propria comfort zone, impazienti nell’attesa di stimoli interessanti o maggiori sicurezze per lanciarsi in nuove avventure. La cosa importante è quella, però, di farlo al più presto e non aspettarsi di atterrare subito in piedi, ma di rialzarsi con calma dopo. La barriera linguistica inevitabilmente genererà all’inizio una serie di difficoltà, ma dopo le prime incomprensioni sarà tutto in discesa, soprattutto se entrerai in contatto con persone accoglienti, a volte con le tue stesse paure e incertezze, con le quali confrontarti. Saranno sicuramente in grado di ascoltarti e aiutarti nel momento del bisogno!
Come lo facciamo in Camplus?
Per toccare con mano questa opportunità unica e irripetibile, entriamo nel vivo della storia di Etuvieroghene, studentessa nigeriana appena diciannovenne, e della sua coinquilina Chiara, studentessa italiana. Le due ragazze, infatti, sono compagne di stanza da ormai due anni al Camplus Bononia a Bologna (per scoprire di più al riguardo non esitare a dare un’occhiata al Camplus Bononia) e con grande entusiasmo ci rivelano oggi la loro personale esperienza.
Come mai hai scelto proprio Camplus per vivere la tua esperienza?
«Nonostante siano stati i miei genitori per primi a propormi di vivere in Camplus sono stata subito d’accordo con il loro suggerimento» ci rivela Vié, «pensando che un collegio di merito mi avrebbe offerto il supporto di cui avrei avuto bisogno nel corso della mia lunga carriera universitaria. Il mio gruppo di amici collegiali è stato sin dal primo momento disponibile a insegnarmi molte cose sulla cultura italiana. Banalmente, anche un semplice pasto a mensa offre un’occasione di arricchire il proprio bagaglio culturale: l’assaggio di un piatto straniero può far nascere per ore e ore un dialogo sulle somiglianze e le differenze tra una cultura e un’altra. Basti pensare che è stato solo con il confronto con gli altri che ho scoperto che la mia cucina è fin troppo piccante da dover sopportare, forse non adatta ai palati più delicati».
In che modo Camplus ha dato quel valore aggiunto al tuo viaggio?
«Penso che Camplus abbia offerto a livello pratico tutta una serie di opportunità e occasioni di scambio che difficilmente in altre circostanze saremmo state in grado di vivere così intensamente» aggiunge per completare il discorso Chiara, che con Vié ha riscoperto una sintonia unica e una complicità senza pari. «Non si tratta semplicemente di condividere le quattro mura di una stanza, ma veri e propri momenti di vita, dai vari spazi comuni, come mensa o aule studio, a gite fuori porta e numerose attività educative. È inevitabile che nel momento in cui le situazioni d’incontro si moltiplicano il confronto su tanti aspetti culturali, anche tra i più disparati, viene da sé».
Come state vivendo la convivenza e cosa vi ha colpito di più in questo confronto?
«In realtà, una delle cose più utili è stata imparare tutti i rimedi iper-naturalisti della madre di Vié», ci confida Chiara ridendo. «Vivendo nella stessa camera ogni volta che una si ammala è un dramma anche per l’altra, ma Vié ha un’intera lista di metodi molto efficaci, adatti per ogni evenienza. Per fare un esempio, una volta ero disperata per i dolori dei denti del giudizio, ma alla fine mi sono bastati tre giorni di sciacqui con sale e acqua calda per guarire del tutto. O ancora, come lei mi consiglia sempre, masticare cubetti di zenzero e riempirsi di mentolo fa passare il raffreddore in maniera miracolosa. Una delle scoperte più affascinanti di sicuro è stata la storia dietro la cultura delle trecce: sapevo già per sentito dire, ma con lei ho scoperto che è più di un semplice status symbol. Ho imparato un sacco di cose… parliamo tanto e ci confrontiamo molto sulle differenze culturali, ma più passa il tempo e più ci accorgiamo che, anche se con culture molto diverse, in fondo siamo molto simili anche sotto gli aspetti più differenti».
Come migliorare la convivenza: le 4 regole d’oro
Da quanto detto, avrai capito che non puoi partire per il mondo senza portare con te le carte giuste: consigli utili e pratici per favorire fin da subito una calorosa accoglienza in casa e garantire, nel tempo, una convivenza armoniosa con i nuovi coinquilini. Quattro, infatti, sono le regole d’oro che non possono mancare all’appello!
1. City tour
Che tu sia uno studente internazionale appena arrivato in Italia o uno studente senior, organizzare un giro turistico della città tra tradizioni e segreti è una delle prime cose da fare insieme! Una giornata immersiva tra i luoghi più significativi e affascinanti non solo aiuta i nuovi arrivati a orientarsi e a sentirsi a casa, ma offre anche l’opportunità di scoprire da vicino la cultura e le bellezze italiane. È l’occasione ideale per stringere legami, condividere esperienze e creare un gruppo affiatato, valorizzando le diversità culturali di ciascuno.
2. Pranzo “domenicale”
Come in ogni famiglia che si rispetti, anche tra coinquilini internazionali non può mancare il rituale del pranzo domenicale (o comunque del weekend)! È il momento perfetto per condividere le proprie tradizioni culinarie, magari cimentandosi nelle classiche lasagne al forno e, se qualcuno è un vero maestro ai fornelli, nella mitica torta della nonna. Un’occasione speciale per scoprire nuovi sapori, sentirsi a casa e creare quel senso di famiglia anche a chilometri di distanza. Le cucine comuni di Camplus sono veri e propri luoghi d’incontro, perfetti per incentivare momenti di scambio e convivialità. E dove c’è Hum.us, è possibile anche assaporare pietanze tipiche!
3. Piccole avventure
Almeno una volta al mese, è importante staccare la spina dai mille impegni quotidiani e dedicarsi a piccole avventure culturali insieme. Visite a musei, mostre d’arte, escursioni nei dintorni o passeggiate nei parchi sono l’occasione perfetta per rilassarsi, scoprire nuovi luoghi e creare ricordi condivisi tra coinquilini. Un modo semplice ma efficace per rafforzare i legami e vivere momenti di scoperta, tra una pausa e un aperitivo. Lo staff di Camplus lo sa bene e, ogni anno, propone centinaia di attività di questo tipo per rendere la convivenza un’esperienza unica e arricchente.
4. Serata film
Accompagnata da pizza e popcorn, la serata film è un appuntamento imperdibile della settimana: un momento rilassante e conviviale, dove ci si gode il bello della vita insieme. Guardando e commentando i film più amati o discussi, si ha anche l’occasione di conoscere meglio i gusti e le passioni di ognuno, creando così un’atmosfera di scambio e complicità tra coinquilini.
In Camplus, poi, i cineforum tematici sono un vero e proprio “must-have”! Questi incontri, ispirati dagli interessi e dalle idee degli studenti Camplus, stimolano il dialogo su temi di attualità, questioni sociali e culturali. Un’occasione perfetta per approfondire argomenti importanti e arricchirsi reciprocamente!
Conclusione
Al termine di questa avventura sarà facile accorgersi di come l’esperienza universitaria in toto non è altro che l’unione indissolubile tra le persone genuine che hai incontrato, le città che hai imparato pian piano a vivere e i ricordi così pieni di forti emozioni, dialoghi avvincenti, momenti di profonda intesa e condivisione che difficilmente sarai in grado di dimenticare. Nessuna paura di cosa il futuro ha in serbo per noi può rappresentare un scoglio così insormontabile da privarci di simili opportunità: sarà solo con quel “n’è valsa la pena” finale che saremo in grado di trovare il senso ad ogni cosa.
Articolo a cura di Gaia Rossi, studentessa del Camplus Bologna Bononia